Cos’è la chetosi
Chetosi, come funziona
Una delle principali fonti di energia del nostro corpo è il glucosio che deriva principalmente dai carboidrati introdotti nell’organismo attraverso l’alimentazione. Solo una parte di glucosio, però, viene utilizzata nell’immediato dalle cellule per produrre energia, mentre la parte in eccesso, viene immagazzinata in alcune parti del corpo, soprattutto nel fegato e nei muscoli, e diventa una sorta di riserva a cui il corpo può attingere nei momenti del bisogno, per esempio durante i periodi di digiuno, in modo da continuare a produrre energia.
Quando il digiuno è prolungato e le scorte di glucosio cominciano a scarseggiare, l’organismo, per non restare senza “carburante”, si ingegna e mette in atto un “piano B”, in modo da produrre energia attingendo a fonti differenti dal glucosio.
La seconda fonte di energia sono i grassi, anch’essi immagazzinati nell’organismo in modo da poter essere utilizzati nei momenti del bisogno.
Ma, attenzione, in questa modalità alternativa di produzione di energia del metabolismo, c’è un problema: mentre l’organismo li utilizza, produce corpi chetonici. I chetoni sono 3 molecole che sono presenti nel sangue in piccole quantità e normalmente vengono espulsi con il respiro e con le urine.
Quando il loro livello nel sangue aumenta e supera una certa soglia e si crea uno stato che si chiama chetosi e che, se si mantiene nel tempo, può avere conseguenze dannose.
Ci sono diversi tipi di chetosi a loro volta causate da fattori diversi: da un allenamento troppo intenso e prolungato, da infezioni, da una gravidanza, da abuso di alcol, da stress o da patologie come il diabete per un’insufficienza di insulina.
Esistono diversi segnali che suggeriscono che si è in chetosi. Ecco i più comuni:
- Bocca secca o sapore metallico in bocca.
- Aumento della sete e minzione più frequente.
- “Respiro chetonico” o “respiro fruttato”, che può essere più evidente agli altri che a te stesso.
- Fatica iniziale, seguita da un aumento di energia.
- Riduzione dell’appetito e dell’assunzione di cibo.
Acetone e chetoacidosi
L’acetone, così chiamato dall’accumulo di questo acido che è uno dei corpi chetonici prodotti dal nostro metabolismo, è un disturbo passeggero del metabolismo che può essere risolto ingerendo piccole quantità di zucchero.
L’acetone non è una patologia vera a propria, ma una condizione di squilibrio metabolico, particolarmente frequente nei bambini tra i 2 e i 10 anni di età.
L’alito sgradevole è uno dei primi campanelli di allarme. Questo disturbo è facilmente riconoscibile: l’alito ha un tipico odore di frutta troppo matura. Infatti, quando l’organismo dei bambini comincia a metabolizzare i grassi, genera anche prodotti di scarto, i corpi chetonici di cui abbiamo parlato. Questi entrano in circolo nell’ organismo. Si tratta di sostanze volatili eliminate dal corpo attraverso il respiro o le urine. Ecco quali altri sintomi potrebbero comparire oltre all’alito cattivo:
- Senso di malessere
- Mal di testa
- Nausea
- Vomito, che spesso può essere violento e che, a seconda dell’intensità e della frequenza, e può portare il bambino a disidratazione.
- Spossatezza
- Presenza di dolori addominali, mal di pancia
La chetosi, invece, può diventare pericolosa, in quanto indica una presenza elevata di chetoni nel sangue che possono portare a disidratazione e ad un cambiamento dell’equilibrio sanguigno. Nelle situazioni più serie, quando i chetoni si accumulano in quantità fino a rendere il sangue acido si parla di chetoacidosi, una condizione che può portare al coma, come nel diabete di tipo 1 dove l’accumulo di chetoni segnala la mancanza di insulina.
Come possiamo evitare la chetosi?
Attraverso un regime alimentare equilibrato e salutare, che preveda anche un buon livello di idratazione e che permetta all’organismo di tenere sotto controllo la quantità di grassi bruciata, in modo da limitare la produzione chetoni. In particolare, la vitamina B6 contrasta la sensazione di nausea e vomito tipica degli stati chetonemici.