Salivazione eccessiva in gravidanza: cos’è la scialorrea e come combatterla

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Un tipico disturbo che accusano le donne in gravidanza è l’ipersalivazione, un eccesso di saliva in bocca, chiamata anche scialorrea.
Potrebbe durare fino al quarto mese, oppure potrebbe accompagnare tutto l’arco della gravidanza.

 

Sciallorea, cos’è?

Non si tratta di una patologia, ma di un sistema di difesa che attiva l’organismo per neutralizzare l’acidità dello stomaco.

Nelle donne incinte l’acidità di stomaco già nei primi tre mesi di gravidanza è una conseguenza dell’aumento di progesterone. La funzione principale di questo ormone è di predisporre la mucosa presente nell’utero per favorire l’impianto dell’ovulo fecondato, ma allo stesso tempo provoca il rilassamento del cardias, la valvola che si trova tra l’esofago e lo stomaco, che a causa di questa condizione anomala, può facilitare la risalita dell’acidità dello stomaco all’esofago e provocare reflusso gastroesofageo.

Negli ultimi tre mesi di gravidanza l’ipersalivazione viene invece provocata dall’aumento di volume dell’utero che spinge verso l’alto lo stomaco e il cardias che, in questo modo, non riesce a chiudersi bene e lascia passare l’acidità dello stomaco, provocando anche in questo caso reflusso gastroesofageo.

La scialorrea può anche essere provocata dalla nausea che tende a far deglutire meno favorendo un accumulo di saliva nel cavo orale.

Conseguenze dell’ipersalivazione

L’ipersalivazione protegge il cavo orale, neutralizzando gli acidi gastrici e alza il livello di pH mantenendolo alcalino (il pH acido può produrre erosione dentale e favorire la proliferazione dei batteri, causa di carie e infezioni).

Se da un lato l’ipersalivazione protegge il cavo orale, dall’altro presenta degli aspetti negativi:

  • Un pH costantemente alcalino facilita la diminuzione dei sali minerali e può facilitare la formazione del tartaro.
  • Inoltre, la continua deglutizione provocata dall’accumulo di saliva può portare altri fastidi, come il peggioramento della nausea e del meteorismo.
  • Al contrario sbarazzarsi della saliva senza deglutirla porterebbe imbarazzo quando ci si trova con altre persone.
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Come combattere la scialorrea

Non ci sono veri e propri rimedi per eliminare definitivamente la scialorrea gravidica, ma consigli che possono aiutare a gestire il fastidio:

  • bevete spesso piccole quantità di acqua, che aiuta a far deglutire l’eccesso di saliva, senza peggiorare la sensazione di nausea.
  • Mangiate frutta fresca, soprattutto le mele che aiutano a contrastare l’acidità gastrica.
  • Curate con particolare attenzione l’igiene orale per prevenire la parodontopatia. Spazzolate i denti più volte al giorno e usate il collutorio: può aiutare a frenare l’eccessiva salivazione, facilitando la deglutizione.
  • Masticate gomme non zuccherate: rende più semplice deglutire l’eccesso di saliva.
  • Mangiate sano con alimenti poco grassi e in modo leggero: aiuta a non sovraccaricare lo stomaco.

Quando contrastare la scialorrea con anti-acidi?

Abbiamo detto che a scatenare la scialorrea è un meccanismo di difesa rispetto al reflusso gastroesofageo. Dato che i reflussi di acidi che arrivano sino alla bocca possono comparire nel terzo trimestre di gravidanza per una questione meccanica (lo stomaco si trova più in alto del solito), potreste spesso trovarvi nella situazione di soffrire di una maggiore acidità per aver mangiato più del necessario cibi particolarmente grassi.

In caso di reflusso gastrico in gravidanza, ecco alcune raccomandazioni utili:

  • Limitare o sospendere temporaneamente il consumo di cibi che possono peggiorare l’acidità e il reflusso. Evitare dunque fritti, insaccati salati, spezie e salse piccanti, intingoli, formaggi grassi ed erborinati. No anche a dolciumi e dolci farciti con creme e ripieni grassi.
  • Scegliere cotture semplici. La migliore rimane la cottura a vapore, poiché lascia intatte le proprietà nutritive degli alimenti e non appesantisce la digestione. Consigliate anche lessatura, cottura alla griglia e al forno.
  • Per aromatizzare i cibi e renderli più appetitosi, via libera alle erbe aromatiche: rosmarino, salvia, alloro, basilico, prezzemolo, timo.
  • Per favorire la digestione, ridurre le porzioni di cibo e aumentare la frequenza dei pasti da tre a cinque: l’ideale sarebbe consumare tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) intervallati da due spuntini, uno a metà mattina e uno a metà pomeriggio.
  • Citrati e vitamine possono essere d’aiuto: i citrati tamponano l’iperacidità gastrica associata al reflusso, mentre le vitamine B1 e B2 promuovono le funzioni digestive tramite il corretto utilizzo di zuccheri, grassi e proteine.
  • Non coricarsi subito dopo i pasti, ma attendere da una a tre ore per favorire le funzioni digestive. Infatti, la posizione sdraiata favorisce la risalita e il ristagno dei succhi gastrici nell’esofago.