Torna in alto
  1. Home
  2. Disturbi
  3. Difficoltà digestive
  4. Dispepsia: cos’è, sintomi, cause e rimedi con Biochetasi

Dispepsia

Cos’è e quando capita

Dispepsia è il termine di origine greca, più tecnico e meno diffuso, per indicare la cattiva digestione
Si tratta di un insieme di sintomi fastidiosi o dolorosi che solitamente si percepiscono dopo un pasto che il nostro stomaco non è riuscito a digerire bene.
Può capitare occasionalmente, in coincidenza con un pasto eccessivo nelle quantità e nei grassi, oppure può essere ricorrente o cronica e manifestarsi come un dolore o fastidio nella parte alte dell’addome o accompagnarsi anche a bruciore, gonfiore addominale, meteorismo, pesantezza, eruttazione. Se gli episodi di cattiva digestione sono frequenti, possono verificarsi perdite di peso con conseguenti danni anche importanti per l’organismo.
Le cause che possono scatenarla sono molteplici e sono legate soprattutto ad uno stile di vita regolato dall’ansia, allo stress e ad un regime alimentare sbagliato, ma anche a disturbi della motilità gastrica.
Una cattiva digestione può essere a sua volta il sintomo di malattie specifiche, come l’ulcera gastrica o duodenale, la colecisti (infiammazione della cistifellea), la pancreatite acuta o cronica, la gastrite acuta o cronica.

La dispepsia funzionale

Si chiama dispepsia funzionale una cattiva digestione che può essere anche cronica, ma che non è scatenata da lesioni organiche dell’apparato gastrointestinale, ma da un’alterazione della normale funzionalità. I sintomi emergono subito dopo aver mangiato, nel giro di una o due ore. La sua frequenza cambia molto, a seconda della persona, della sua fisiologia, della sua psicologia e dei fattori ambientali.
Se non è quindi un fenomeno occasionale, associato ad un saltuario eccesso di cibi grassi e piccanti o ad un uso eccessivo di alcol e di caffè e se invece è persistente, è opportuno rivolgersi ad un medico per una diagnosi precisa sulle cause che la scatenano.
I segnali d’allarme che devono farci preoccupare e capire che è meglio recarsi dal medico possono essere alcuni sintomi che accompagnano la dispepsia come respiro affannoso, sudorazione e accelerazione del battito cardiaco, nausea o vomito, a perdita di appetito, sangue nelle feci, difficoltà o dolore nella deglutizione.
Meglio mettersi in serio ascolto del proprio malessere, in modo da riportare al medico la sintomatologia: da quanto è presente il disagio digestivo, come si manifesta, in quali momenti della giornata, quanto dura, in quali occasioni si presenta, per esempio se si scatena dopo aver mangiato qualche alimento particolare. Si dovrà riferire al medico il proprio stile di vita, quanto stress arreca il proprio lavoro, le proprie abitudini alimentari, i farmaci che si assumono e se si sta vivendo un momento di grande stress.
Il medico di base o il gastroenterologo a quel punto ha gli elementi per prescrivere degli esami diagnostici.

Dispepsia organica, fattori scatenanti e terapie

La cosiddetta dispepsia organica può dipendere da malattie organiche più specifiche:

  • Reflusso gastro-esofageo. Quando lo sfintere esofageo non funziona bene, perde il suo tono muscolare e invece di impedire ai succhi gastrici di risalire verso l’esofago e verso la gola, glielo consente. Se il reflusso è persistente e continuativo può provocare esofagite. Il trattamento consiste sostanzialmente in un cambiamento dello stile di vita e in una terapia prescritta dal medico. I fattori che possono contribuire al reflusso comprendono l’aumento di peso, i cibi grassi, le bevande con caffeina e le bevande gassate, il fumo, l’alcol e alcuni farmaci che riducono la pressione dello sfintere dell’esofago tra cui antistaminici e antidepressivi.
    Un primo intervento curativo suggerisce i seguenti comportamenti: sollevare la testate del letto di 15 centimetri; evitare caffè, alcol, forti stimolanti della secrezione acida; non mangiare grassi e cioccolata; non fumare; evitare alcuni farmaci.
  • Acalasia, un disturbo in cui le contrazioni ritmiche dell’esofago sono ridotte
  • Neoplasie esofagee

Le cause possono includere anche patologie extradigestive come:

  • endocrinopatie,
  • insufficienza cardiaca,
  • insufficienza renale,
  • collagenopatie,
  • vasculiti.

Dispepsia da stress

Benessere psichico e funzionalità dell’apparato gastrointestinale sono fortemente collegate fra di loro attraverso le vie del sistema nervoso autonomo che ha sotto di sé il controllo delle funzioni fisiologiche fondamentali e i meccanismi ormonali.
Inoltre, lo stress e il nervosismo incidono negativamente sul sonno, causando una serie di scompensi fisiologici che si fanno sentire anche a livello gastrointestinale che ne risente in molti modi:

  • Aumentano i succhi gastrici, provocando iperacidità, con il rischio di sviluppare malattia da reflusso gastroesofageo, gastrite nervosa, ulcera duodenale e infiammazione dell’esofago.
  • L’intestino diventa più permeabile agli effetti negativi di tossine e sostanze allergizzanti.
  • Si verifica uno squilibrio del microbiota intestinale (la comunità microbica del tratto intestinale, costituita prevalentemente da batteri, lieviti, parassiti e virus). Se il microbiota è equilibrato svolge bene le funzioni di tipo metabolico, assorbe le sostanze utili che proteggono il sistema immunitario e scarta le tossine.
  • Aumenta la sensibilità della mucosa gastrica, con un senso di sazietà e dolore allo stomaco.
  • Vi è una alterazione della motilità del tubo digerente

Come intervenire

Il modo migliore per agire sulla dispepsia funzionale è agire sulla causa  che la scatena. Vediamo come:

  • in assenza di patologie specifiche, se si tratta di difficoltà digestive, causate da pasti abbondanti, ricchi di grassi o di sostanze difficili da digerire può essere utile l’utilizzo di Biochetasi, scegliendo la formulazione più adatta alle proprie esigenze. In questo caso potrebbe essere congeniale Biochetasi Digestione e Acidità, un integratore alimentare  utile a favorire i processi digestivi, in compresse masticabili e granulato, che agisce contro gonfiore, pesantezza e acidità;
  • può essere utile l’utilizzo di farmaci da banco procinetici in grado di migliorare la motilità dell’apparato digerente e favorire il passaggio dei cibi dallo stomaco all’intestino;
  • quando insieme ai fastidi allo stomaco sono presenti anche stitichezza e diarrea si può trarre beneficio dall’utilizzo di probiotici;

Bisogna comunque prendere atto del fatto che i farmaci agiscono sui sintomi gastrici e intestinali ma che bisogna lavorare anche sulle cause, quindi sulla prevenzione, sia in termini di stile di vita che di dieta.

Cattiva digestione, la dieta

Molte diagnosi di dispepsia vengono complicate da intolleranze o allergie alimentari che in molti casi sono il lattosio e il glutine. A questo proposito la prima regola è di eliminare tutti i componenti della dieta che generano intolleranza solo dopo una diagnosi di intolleranza fatta da uno specialista.

Il microbiota, la flora batterica intestinale, è fondamentale per la nostra salute e incide su gonfiore e cattiva digestione. Una buona flora batterica è quindi alla base del corretto funzionamento metabolico e del contenimento degli stati infiammatori. E’ importante dunque seguire una dieta sana, composta da cibi salutari come frutta, verdura, legumi e buone proteine.

Potrebbe essere utile un periodo detox, anche solo di sette giorni, privilegiando cereali come orzo o miglio invece che prodotti della panificazione tradizionale.

Altri piccoli consigli possono aiutare:

  • Alcune piante, in infusione o tisana sono in grado di proteggere la mucosa gastrica dagli agenti aggressivi:
    calendula, melissa, malva, altea.
  • Qualche rimedio tradizionale casalingo può aiutare a digerire meglio: una borsa dell’acqua calda ad altezza dello stomaco.
  • Acqua calda e buccia di limone, il cosiddetto canarino; succo di limone e bicarbonato in un bicchiere d’acqua meglio se calda.
  • Decotto di zenzero.
  • Infuso di camomilla e salvia.

Prevenzione

Per non inciampare nella dispepsia e nei suoi sintomi è fondamentale seguire uno stile di vita regolare nei comportamenti alimentari, nelle relazioni lavorative e sociali e nelle abitudini legate al sonno.
Si può cominciare eliminando l’idea che il nostro ritmo quotidiano rispetto al lavoro e, alle cose da fare lo debba dare l’ansia e lo stress che nascono dalla paura di non farcela, di essere giudicati inefficienti, di non essere sufficientemente produttivi e quindi di perdere il lavoro se non ci adeguiamo ai ritmi veloci. Come allontanare ansia e stress? Il percorso non è immediato. Se ne prende consapevolezza un po’ alla volta. Ci si può aiutare con metodi di meditazione, con lo yoga e con tecniche di rilassamento.

Tra le tecniche di rilassamento che si sono dimostrate utili per favorire la digestione vanno ricordate:

  • Il training autogeno che aiuta a prendere coscienza del proprio corpo e a controllare anche alcune funzioni fisiologiche involontarie.
  • I massaggi al collo e alle spalle con anche impacchi caldi che riducono la tensione muscolare.
  • Esercizi di respirazione diaframmatica e addominale che consentono di aumentare la concentrazione di ossigeno nel sangue.
  • Lo stretching che aiuta ad allentare le tensioni.
  • L’agopuntura.
  • Lo yoga.

Quindi ritorniamo a considerare di dare un ritmo più personale alle giornate senza sentirsi parte di una centrifuga d’ansia. Va sempre ricordata l’importanza di seguire una dieta sana (eliminando cibi troppo grassi, speziati; evitando alcol, tè e caffè; non mangiando troppa cioccolata) e di adottare un comportamento adeguato quando si mangia, facendolo in modo rilassato, nei tempi giusti e in posti piacevoli e non troppo rumorosi.
Ricordiamo di mangiare tre ore prima di andare a dormire. Non dimentichiamo che mantenere un clima tranquillo e sereno a tavola, aiuta a mangiare bene e a digerire meglio!